Febbraio 1959. È un tranquillo inverno di guerra fredda. A Roma il presidente Gronchi inizia le consultazioni dopo le dimissioni del secondo governo Fanfani.
Nel salone Sverdlovsky di Mosca si conclude il 21° congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica: sulle note dell’inno nazionale, Nikita Khrushchev congeda oltre 1500 delegati, i leader comunisti provenienti da 70 Paesi ed i giornalisti occidentali che per la prima volta sono stati ammessi ad assistere a un congresso del PCUS.