Due anni fa, l’Opec ha invaso il mercato con greggio a prezzi di saldo proprio per eliminare dal tavolo di gioco il gas e il petrolio estratto da terreni scistosi (Shale Oil & Gas) attraverso le moderne tecniche di idrofratturazione idraulica. Al di là delle problematiche ambientali, queste tecnologie sono molto costose e portano fino ai 60 dollari il prezzo di estrazione di un barile di greggio texano. Questo tipo di giacimenti è molto diffuso proprio negli Stati Uniti. Infatti, con il prezzo del barile sopra i 100 dollari, l’America – nonostante sia il primo fra i consumatori di energia – non era più uno dei principali importatori, ma era addirittura diventato un Paese esportatore di petrolio. È chiaro che, agli attuali prezzi di vendita, non conviene più estrarre idrocarburi dagli scisti ma mantenerli come riserva strategica su cui poter contare in caso di guai internazionali.
Come si dividono gli Stati dell’Opec sul petrolio
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